Dazi auto dalla Cina: cosa sta succedendo (e perché interessa anche chi vive a Taranto)
Non è solo una guerra commerciale: è una vera partita a scacchi tra Europa e Cina. E le mosse successive potrebbero toccare direttamente il mercato auto italiano, anche qui in provincia di Taranto.
Una partita geopolitica e industriale si gioca sul mercato dell’auto. L’Unione Europea valuta l’introduzione di dazi sulle auto cinesi, e le conseguenze potrebbero essere molto concrete anche per i consumatori italiani.
A partire da settembre 2023, la Commissione Europea ha avviato un’indagine per accertare se i produttori automobilistici cinesi abbiano beneficiato di sovvenzioni statali in grado di alterare la concorrenza sul mercato europeo. L’indagine riguarda in particolare le vetture elettriche, che negli ultimi mesi stanno conquistando quote di mercato grazie a prezzi molto più bassi rispetto alla concorrenza europea e americana.
I risultati preliminari erano attesi entro luglio 2024, e già in quella data sarebbero potuti essere introdotti dazi provvisori. Una decisione definitiva potrebbe invece arrivare entro luglio 2025, al termine dei 13 mesi previsti per l’inchiesta.
Quali auto sarebbero coinvolte
La misura colpirebbe sia i marchi cinesi “puri”, come BYD, NIO, Great Wall, Aiways, sia le vetture prodotte in Cina da case automobilistiche occidentali, come Tesla (per le Model 3 prodotte a Shanghai) o BMW (con la iX3). L’eventuale dazio si applicherebbe, quindi, in base al luogo di produzione e non alla nazionalità del marchio.
Cosa può succedere ai prezzi
Gli analisti stimano un aumento dei listini tra il 10% e il 30% per le auto coinvolte. Una cifra tutt’altro che trascurabile, soprattutto considerando che la fascia più colpita è quella delle vetture elettriche economiche, oggi spesso vendute tra i 20.000 e i 30.000 euro.
Nei fatti, un aumento del 15% su una citycar elettrica da 25.000 euro si tradurrebbe in un rincaro di oltre 3.500 euro. Una soglia che potrebbe scoraggiare molti potenziali acquirenti, rallentando la già difficile penetrazione dell’elettrico in Italia.
Gli effetti sul mercato italiano
L’Italia è uno dei Paesi europei dove i marchi cinesi hanno trovato più spazio, grazie soprattutto alla fascia entry level e al canale del noleggio a lungo termine. Marchi come DR Automobiles (che assembla in Molise ma importa dalla Cina), MG, BYD e Aiways stanno gradualmente conquistando fette di mercato con offerte molto competitive.
L’applicazione dei dazi potrebbe compromettere la diffusione di questi modelli, in particolare nel Sud Italia, dove il rapporto qualità/prezzo è spesso determinante nella scelta. In provincia di Taranto, per esempio, molti automobilisti hanno iniziato a considerare queste proposte come alternativa alle vetture termiche più tradizionali.
La risposta della Cina
Nel marzo 2024, il Ministero del Commercio cinese ha annunciato che, in caso di dazi europei, verranno valutate misure di ritorsione, tra cui l’aumento delle tariffe sull’importazione di auto di lusso provenienti dall’Europa. Una mossa che potrebbe colpire direttamente i marchi tedeschi più presenti sul mercato asiatico.
Il timore, per molti osservatori, è che si inneschi una spirale di guerra commerciale con esiti incerti, sia per l’industria sia per i consumatori.
Il contesto: tra transizione e crisi
Questo braccio di ferro si inserisce in un contesto già complesso. Da un lato la transizione elettrica sta ridisegnando la geografia industriale dell’automotive; dall’altro, la competizione globale impone scelte rapide e, talvolta, protezionistiche.
I dazi non sono una novità nel commercio internazionale, ma la loro applicazione in un settore così interconnesso potrebbe avere ripercussioni su scala ampia: dalla catena di fornitura ai listini, passando per l’occupazione e gli investimenti.
E ora?
Al momento, nessuna decisione definitiva è stata presa. La Commissione Europea si è riservata fino all’estate 2025 per chiudere l’indagine. Ma già nei prossimi mesi, se emergeranno elementi sufficienti, potrebbero scattare misure temporanee, con effetti immediati sui prezzi.
Nel frattempo, le case automobilistiche europee sono chiamate a una risposta strategica: accelerare sulla produzione di modelli accessibili, capaci di competere con la nuova concorrenza asiatica. Il tempo, però, non gioca a favore.
✅ Cosa sta succedendo realmente
- Indagine UE sui sussidi cinesi
A settembre 2023 la Commissione Europea ha avviato un’indagine antisovvenzioni contro le auto elettriche cinesi. L’obiettivo è verificare se i veicoli EV importati dalla Cina beneficino di aiuti di Stato che falsano la concorrenza. 📌 Fonte ufficiale:
Commissione Europea – comunicato stampa 13/09/2023 - Tempistiche reali
L’indagine è in corso e si concluderà entro 13 mesi, ma la Commissione può già applicare dazi provvisori entro luglio 2024, se rileva prove sufficienti. - Possibili dazi
Gli analisti prevedono dazi tra il 10% e il 30% sulle auto elettriche prodotte in Cina, a carico di:- marchi cinesi (BYD, NIO, Great Wall, Aiways…)
- e anche europei/americani con produzione cinese (es. Tesla Model 3 made in Shanghai, BMW iX3).
- Reazione della Cina
A marzo 2024, il Ministero del Commercio cinese ha minacciato misure di ritorsione, incluso il possibile aumento dei dazi sulle auto di lusso europee.
📊 I numeri delle auto cinesi in Italia
- Quota mercato EV cinesi in Italia (2023): circa 4,5% delle vendite di auto elettriche
- Marchio cinese più venduto: DR Automobiles, con oltre 30.000 immatricolazioni nel 2023 (inclusi brand EVO e Sportequipe)
- MG4: tra le elettriche più vendute sotto i 30.000€, con numeri in crescita
- Tesla Model 3 Made in China: copre oltre il 60% delle vendite del modello in Europa
Fonti: UNRAE, ANFIA, dati aggregati stampa specializzata
🔄 Cosa succede al mercato dell’usato?
L’eventuale introduzione di dazi potrebbe influenzare anche il mercato dell’usato, per almeno tre motivi:
- Rivalutazione dei modelli cinesi già immatricolati: se i nuovi aumentano di prezzo, quelli usati diventano più appetibili?
- Frenata dei nuovi acquisti = più tenuta per le termiche usate, in particolare benzina e mild hybrid.
- Diffidenza verso modelli “esotici”: l’incertezza normativa potrebbe raffreddare la domanda per marchi poco noti, rendendo più difficile la rivendita.
In provincia di Taranto, dove la rotazione del parco auto è più lenta e l’elettrico non ha ancora sfondato, il segmento usato potrebbe diventare un punto d’approdo per molti acquirenti scoraggiati dai rincari.
🌐 Dazi USA e regole UE: l’allarme di Stellantis
Durante l’assemblea degli azionisti Stellantis, il presidente John Elkann ha tracciato un quadro critico del contesto attuale, definendo la situazione una “morsa” che rischia di soffocare l’intera industria automobilistica occidentale.
Secondo Elkann, le politiche protezionistiche statunitensi (con i dazi di Trump su alluminio, acciaio e componentistica) e le normative ambientali europee troppo stringenti stanno imponendo una transizione elettrica “irrealistica”, disconnessa dalla realtà del mercato e non supportata da un’adeguata rete infrastrutturale o da incentivi stabili.
“Con l’attuale combinazione di tariffe dolorose e regolamenti troppo rigidi, l’industria americana ed europea è a rischio”, ha dichiarato il presidente del gruppo, che ha anche denunciato un rallentamento degli investimenti e un calo delle vendite, aggravati da una concorrenza cinese in forte espansione.
Il 2024, ha ammesso Elkann, non è stato un buon anno per Stellantis: utili in calo del 70%, dividendi dimezzati e dimissioni anticipate del CEO Carlos Tavares. L’azienda è ora in fase di transizione, con una nuova leadership attesa entro la prima metà del 2025.
In questo scenario, la Cina si muove su una traiettoria autonoma: per la prima volta, il mercato automobilistico cinese ha superato per dimensioni la somma di quello europeo e statunitense, consolidando la propria leadership globale.
📍 Sud Italia: tra attese e scelte prudenti
In un contesto sempre più instabile, anche gli automobilisti e gli operatori del settore nel Sud Italia si trovano davanti a scelte complesse. Nelle province come quella di Taranto, dove l’elettrico non ha ancora preso piede in modo strutturale, i primi effetti delle tensioni internazionali si avvertono soprattutto nella fascia di mercato più sensibile al prezzo.
I dazi sulle auto cinesi, se confermati, potrebbero rallentare ulteriormente la diffusione dei veicoli elettrici economici, spingendo molti utenti a posticipare l’acquisto, o a preferire l’usato termico o mild hybrid.
Anche chi opera nella filiera – rivenditori, officine, noleggiatori – dovrà fare i conti con scenari meno prevedibili: tra rialzi dei listini, minore disponibilità di modelli accessibili e maggiore difficoltà nel programmare gli stock.
Nel breve termine, si profila quindi una fase di attendismo e razionalizzazione, dove prudenza e informazione saranno essenziali per evitare scelte affrettate.
SafariPress
Una rubrica a cura di ✍️ Lorenzo – Safari Car, Faggiano (TA)
Scritto da chi vive ogni giorno tra auto e clienti.
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